Descrizione
La scelta di Bond era nata per caso. Non c’era nessun anniversario da celebrare. Le idee devono nascere libere e sfidare i calendari. In questo caso l’idea era un’immagine di copertina: un disegno dalle linee nette e angolate in cui James Bond, come all’inizio di La spia che mi amava, saettava sugli sci, poi si lanciava da un crepaccio nel mezzo della Alpi svizzere e, improvvisamente, apriva un paracadute decorato con la Union Jack. Nel disegno, il paracadute sarebbe stato rossocrociato. Non abbiamo purtroppo trovato nessuno con lo stile Bauhaus che avevamo in mente. Arrivati a pagina 32 Potrete domandarvi: «Ma Bond dov’è?» 007 è solo l’ispirazione per parlare d’altro. La ragazza dipinta d’oro diventa una lampada disegnata da una giovane designer polacca. L’uomo dalla pistola d’oro diventa il grande Angelo Brescianini. I rifugi segreti della S.P.E.C.T.R.E. sono narrati da una visita nell’olivettiana Talponia. L’esotismo di Bond nei cucù progettati dagli studenti dell’accademia di design HEAD a Ginevra. Un simbolo che abbiamo subito fatto nostro e che continuerà a essere per noi l’icona del British Style anche quando gli inglesi ammaineranno definitvamente il vessillo dalle dodici stelle.
Dalla prefazione di Tommaso Labranca